Dunque?
Creiamo una sinergia con l’Università. Favorire l’insediamento di immigrati italiani individuati tra i neolaureati fuori sede vuol dire agevolare giovani in grado di coprire il buco della natalità bolognese. Tra l’altro lo studente di solito ama la città dove si è formato garantendo vantaggi in termini proprio di coesione sociale. Sia chiaro: vogliamo privilegiare i migliori immettendo meccanismi di merito per godere delle agevolazioni. In questo modo, peraltro, l’Alma Mater diventerebbe più appetibile dopo anni di appannamento.
Sul piano concreto?
Se una persona decide di stabilirsi in un’altra città, il suo primo problema è la casa. Il nostro programma copre un arco di tempo di quindici anni. Prevediamo di radicare sotto le Due Torri tremila neolaureati all’anno per un totale di oltre 40mila. Ciò significa edificare 1.500 case ogni dodici mesi con un canone di locazione per il primo periodo, che noi abbiamo ipotizzato in otto anni, molto basso.
Però il costruttore vorrà vendere…
… e qui interveniamo noi. Il costruttore ha l’obbligo, pena il pagamento di penali gravose, di affittare per otto anni a neolaureati scelti sulla base della graduatoria di merito stilata dall’Università. Il prezzo d’affitto sarà libero. Noi stimiamo che la domanda e l’offerta si incontreranno attorno ai 200-250 euro. Dopo gli otto anni, il costruttore potrà finalmente vendere l’alloggio.
Fonte del 5 giugno 2008: L’Opinione.it