Una precisazione Confedilizia in merito ad analisi apparse sulla stampa in relazione al gettito prodotto dalla “cedolare secca sugli affitti”. La cedolare è nata male, dice Confedilizia.
Opportunamente invocata da quasi tutte le forze politiche per rilanciare il mercato dell’affitto e favorire la mobilità dei lavoratori, chiamata cedolare secca anche se tanto secca non è, in realtà ha suscitato molte incertezze sulla sua convenienza, tanto che l’Agenzia delle Entrate ha dovuto diramare una circolare per sciogliere almeno alcuni dei tanti dubbi operativi generati dal complicato meccanismo con il quale la nuova imposta è stata concepita.
Comunque, la cedolare è partita. Il Ministero dell’economia ha comunicato che la nuova imposta ha generato entrate per 675 milioni di euro nel periodo gennaio-dicembre 2011. E in effetti la relazione tecnica che accompagnava il provvedimento istitutivo del nuovo regime tributario quantificava il gettito di cassa da cedolare per il 2011 in una cifra ben maggiore: 2 miliardi e 715 milioni (quello di competenza ammontava invece a 3 miliardi e 194 milioni). La stessa relazione prevedeva però, contestualmente, un minor gettito Irpef di circa 2 miliardi e 412 milioni.
Ora, se è vero che il gettito 2011 da cedolare è inferiore a quello previsto, è anche vero che lo stesso Bollettino delle entrate tributarie del Ministero dell’economia non registra un minor gettito Irpef della portata pure prevista di 2 miliardi e 412 milioni. Nel 2011 il gettito dell’Irpef si è ridotto di 480 milioni. Lo stesso Bollettino conferma che l’andamento dell’Irpef “risente della flessione delle ritenute dei dipendenti pubblici e privati in seguito al conguaglio fiscale relativo alla presentazione del modello 730/2011 per i redditi 2010, effettuati a partire dal mese di agosto. In sintesi, attribuisce ad altri motivi la diminuzione di entrate Irpef.
Naturalmente potrebbero esservi state maggiori entrate abbastanza rilevanti da altri cespiti Irpef, ma certamente in base ai dati a disposizione non si può sostenere che la cedolare non abbia fatto emergere il sommerso o che comunque non abbia favorito l’immissione di nuovi immobili sul mercato della locazione. È possibile, infatti, che la cedolare secca sia stata applicata per lo più ai nuovi contratti, con un’operazione applicativa molto più semplice. Anzi, è possibile sostenere – fino a prova contraria – che quei 675 milioni di euro costituiscano per il 2011 per gran parte un “maggior gettito” per l’Erario, peraltro superiore ai circa 466 milioni di emersione, ipotizzati nella relazione tecnica, grazie all’applicazione del meccanismo dell’acconto.
Per quanto riguarda i 4 milioni di gettito relativi al primo quadrimestre 2012, poiché in questi mesi non vi sono state occasioni “ordinarie” di versamento della cedolare, si potrebbe ipotizzare che siano arrivati da “ravvedimenti operosi”. Pertanto, di fronte alle incertezze di fronte alla convenienza dell’utilizzo di tale istituto anche per la cedolare, quei 4 milioni possono allora avere anche un significato positivo.
Fonte: attico