Specialisti in appartamenti in affitto

Tasse sulla casa, è ora di fare chiarezza

luglio 12, 2012 • Attualità, Casa, Economia, Ici, Problema abitativo, Società, Tasse

Per le tasse sulla casa, è ora di fare chiarezza. Non è tollerabile che continuino a correre dati incon-trollati, che – pur lontani dal vero – fanno opinione, influenzano la classe politica (o fanno da pretesto a questa per continui aggravi, a raffica).
L’attuale Governatore della Banca d’Italia, dunque, in un’audizione in Parlamento del 30 agosto 2011 dichiarava: “Tra i principali Paesi europei, l’Italia è caratterizzata da un’imposizione sulla proprietà immobiliare relativamente bassa”.
Nel discorso del Presidente del Consiglio al Senato, quell’imposizione (nello stesso, identico contesto di riferimento) diventava “particolarmente bassa” (che non è la stessa cosa, naturalmente).
Poco tempo fa, poi, il ministro Passera – parlando, sempre, in Parlamento – faceva presente che la fiscalità immobiliare era in Italia, sempre prima della manovra Monti di dicembre, “enormemente più leggera” e questo, con riferimento non ai soli “principali” Paesi europei, come negli anzidetti casi, ma con riferimento – se le sue parole sono state esattamente riprese – a “qualsiasi altro Paese” (Ansa 21.6.’12, h. 16,39).
Ora, su il Giornale (11.5.’12) il prof. Francesco Forte, in riferimento a dichiarazioni rese alla Camera il 9 maggio dal Viceministro Grilli, ha scritto: “Non è vero che l’Italia prima del passaggio dall’Ici all’Imu in versione Monti-Pd, avesse una tassazione patrimoniale degli immobili «troppo bassa» rispetto alla media dei Paesi industriali: nel 2010 la pressione era al 2,4% del Pil contro la media Ocse dell’1,9%. Grilli dice che il 2010 è falsato da imposte straordinarie. Ma anche nel 2009 la tassazione patrimonia-le era al 2,7% del Pil e negli anni precedenti al 2% (Ocse 1,9%). La Germania ha una pressione pa-trimoniale solo dello 0,8-0,9% e non tassa il reddito presunto della prima e seconda (o terza) casa. Francia e Usa alzano la media Ocse, con una pressione maggiore al 3% perché colpiscono anche i patrimoni non immobiliari con un tributo generale sulle proprietà”.
Successivamente, poi, all’articolo del prof. Forte, sono stati diffusi nuovi dati sulla tassazione degli immobili, questa volta da parte di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea (dati che il Diparti-mento delle finanze ha pubblicato sul proprio sito Internet). Ebbene, nel rapporto 2012 sulla tassa-zione nell’Unione europea (“Taxation trends in European Union”) viene riportata una specifica tabella sulla tassazione immobiliare “ricorrente” (che esclude, quindi, i tributi sui trasferimenti), espressa in percentuale del Pil: “Recurrent taxes on immovable property” (tributi ricorrenti sulla proprietà immobi-liare). In questa tabella (che va dal 1995 al 2010), nel 2010 l’Italia ha un dato dello 0,6% mentre la media dei Paesi Ue è dello 0,7% e la media dei Paesi dell’euro è dello 0,6%.
Secondo Eurostat, insomma, il nostro Paese aveva – prima dell’insediamento del Governo Monti – un livello di tassazione sugli immobili in linea con gli altri Paesi europei. Insomma, l’esatto opposto di quel che s’è detto, e che la classe politica crede. E’ passato, infatti, un messaggio assolutamente non corrispondente alla realtà, un messaggio che – con la spropositata tassazione, specie degli affitti, che ha “giustificato” – ha determinato nel settore immobiliare una situazione dagli effetti dirompenti (come l’andamento del relativo mercato, nonchè degli sfratti per vendere gli immobili liberi, drammaticamen-te dimostra), basata com’essa è anche su un programmato, e cosciente, ripudio del civile principio (sancito, ancora nel 1995, da due esemplari sentenze della Corte costituzionale tedesca) che un be-ne non può essere tassato oltre il reddito che produce, o se non produce alcun reddito.
Con i “messaggi” addomesticati alla gente, con il disordine fiscale, con una tassazione incivile prima ancora che basata su falsi presupposti, in una democrazia non si va lontano (e si giustificano le pro-teste, quali che esse siano). Urge provvedere, e tornare – nel settore – all’equilibrio fiscale.

Fonte: confedilizia

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

/html>