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Legambiente contro l’abusivismo del cemento illegale

gennaio 11, 2013 • Attualità, Casa, Economia, Edilizia sostenibile, Eventi, Problema abitativo, Società

Ville con piscina, seconde case costruite in riva al mare, in un’area protetta o in zone a rischio idrogeologico, desolanti scheletri in cemento mai terminati. Sono il risultato dell’abusivismo edilizio, un fenomeno illegale consolidato e diffuso in Italia, anche grazie all’inerzia delle istituzioni preposte a contrastarlo, agli interessi della criminalità organizzata e a una carente programmazione urbanistica. Senza contare la politica dei condoni che alimenta una nuova colata di cemento fuorilegge.

Secondo il Cresme, in Italia solo nel 2011 l’industria del mattone illegale ha realizzato quasi 26mila abusi, tra nuove case o grandi ristrutturazioni: una cifra che rappresenta il 13,4 per cento del totale delle nuove costruzioni. E dal 2003, anno dell’ultimo condono edilizio a oggi, sono state costruite oltre 258mila case illegali, per un fatturato complessivo di 1,8 miliardi di euro. Un patrimonio che non si riesce ad abbattere. Dal 2000 al 2011, secondo una ricerca realizzata da Legambiente su 72 comuni capoluogo di provincia, sono state emesse 46.760 ordinanze, mentre ne sono state eseguite solo 4.956 (il 10,6%). Dati allarmanti che indicano come il fenomeno continui a prosperare in tutto il Paese, devastando il paesaggio e alimentando una filiera del cemento illegale, intorno alla quale ruotano interessi non indifferenti.

Legambiente ha perciò presentato un disegno di legge, contenente integrazioni e modifiche normative, per superare le difficoltà emerse finora nell’attuazione delle norme in vigore e per rendere più efficace e tempestivo l’iter delle demolizioni. In particolare servono maggiori azioni di contrasto, partendo prima di tutto dal potenziamento dei poteri delle autorità preposte, ridefinendo disposizioni e tempi per le attività di demolizione, e prevedendo sanzioni più severe, fino alla misura estrema dello scioglimento dell’ente locale inadempiente sul fronte delle demolizioni e del completamento dell’esame delle domande di sanatoria edilizia.

“Nel nostro Paese, dove il messaggio prevalente è quello dell’inviolabilità della casa anche se fuorilegge, la demolizione delle costruzioni illegali è la migliore cura preventiva contro il vecchio e nuovo abusivismo – ha detto il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Il fatto che ogni anno sopravvivano alle ruspe migliaia di manufatti è un chiaro segnale che esiste una rete di complicità e di omissioni da parte delle amministrazioni comunali, che invece hanno l’obbligo e non la facoltà di abbattere l’abuso ripristinando così la legalità. Un obbligo che deve esser accompagnato da strumenti e risorse adeguate, come il Fondo di rotazione da 150 milioni di euro previsto dalla legge o l’Albo delle imprese demolitrici, a cui sarà obbligatorio iscriversi”.

Tra le novità, introdotte dal ddl, vi è la creazione (art. 11) di un albo speciale delle imprese abilitate alla demolizione di opere edilizie abusive e al ripristino dei luoghi; e lo stanziamento (art. 12) di maggiori fondi, per l’esattezza 150 milioni di euro a partire dal 2013, a favore del Fondo per le demolizioni delle opere abusive a uso degli enti che provvedono agli abbattimenti. Infine la proposta di legge prevede l’istituzione (art.4) di un Osservatorio nazionale sull’abusivismo edilizio, presieduto dal Ministro dell’Ambiente e composto da regioni, enti locali, forze dell’ordine, organi giudiziari e associazioni ambientaliste impegnate sul tema. L’osservatorio, dovrà, tra le altre cose, coordinare le attività sul fronte del contrasto all’abusivismo e verificare i piani comunali di demolizione e di ripristino dei luoghi.

La lotta all’abusivismo e ai condoni è l’esempio più evidente di come in Italia impegno per l’ambiente e per la legalità coincidano. È anche una prova vistosa dell’anomalia della destra italiana, che all’idea della sacralità della legge – elemento caratterizzante dei conservatori in ogni angolo del mondo – ha sostituito una ricorsa continua, e in ogni campo, a sanatorie e condoni. Ora è il momento che al no a qualsiasi ipotesi di nuovo condono si accompagni da parte dello Stato una ben maggiore capacità di demolire gli immobili abusivi: questo disegno di legge risponde a questa esigenza sempre più pressante.

Il ddl vuole innanzitutto ristabilire quel principio di legalità a cui da troppo tempo, e troppo spesso, si è derogato, con gravi colpe di chi avrebbe dovuto esercitare i controlli, a partire da molte amministrazioni locali. E per questo nel disegno di legge si prevedono sanzioni più severe, fino alla misura estrema dello scioglimento dell’ente locale inadempiente sul fronte delle demolizioni e del completamento dell’esame delle domande di sanatoria edilizia. I condoni, oltre ai danni ambientali e urbanistici, sono stati anche il simbolo più concreto di una politica imbelle e anzi complice del malaffare e la sola idea di condono ha consolidato l’idea che ad ogni abuso corrisponde una sanatoria, ed è solo questione di tempo.

Ripristinare la legalità e sottrarre guadagni illeciti alla criminalità; mettere in sicurezza il territorio e chi lo abita; liberare il paesaggio dai manufatti illegali, che ne deturpano la bellezza, principale risorsa economica del nostro paese: sono questi, insomma, gli obiettivi del ddl e della campagna “Abbatti l’Abuso”, l’iniziativa promossa da Legambiente per dire stop al cemento illegale.

Fonte: attico

4 Risposte a Legambiente contro l’abusivismo del cemento illegale

  1. Bruno Gorini scrive:

    Quelle stimate circa un milione di case, e ville abusive ,prevalentemente realizzate nel mezzogiorno d’Italia, e prevalentemente al mare, su terreni spesso demaniali , da anni sconosciute al fisco, ma affittate o abitate dai proprietari ,sono rimaste escluse anche dall’IMU. Un governo come si deve ,non in collisione con la mafia ,avrebbe dovuto averle da tempo demolite ed eliminate o regolarizzate una volta per tutte ,facendone pagare gli oneri e le retroattività sui redditi da anni percepiti, da proprietari mafiosi, che continuano imperterriti ad usarle o a trarne un reddito, in presenza di un governo dimostratosi sempre incapace e debole con i poteri forti e mafiosi ,e forte e prepotente con i cittadini onesti.

  2. Francesco scrive:

    Se vincerà Berlusconi e probabilmente succederà, perchè la sinistra è indebolita dagli scandali del MPS, ci sarà una nova stagione dove solo i furbi vinceranno, il partito della evasione fiscale avrà mani libere per condoni di ogni genere e come al solito solo i fessi e quelli che non hanno amici potenti saranno costretti a pagare le tesse, e saremo sempre i soliti Basta è ora che chi deve pagare paghi e non stia sopra le spalle di chi come me paga fino all’ultimo centesimo di tasse e mantiene ospedali, strade, polizia, tutto sulle spalle dei lavoratori dipendenti mentre gli imprenditori portano i soldi all’estero e utilizzano i servizi a mie spese.

  3. maria scrive:

    Non sono solo le seconde case o le case al mare.
    Milano e’ piena di edifici abusivi……………..
    Ne cito uno,in Via Osoppo 7. Incredibile!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    E noi ci sentiamo indifesi ed impotenti.

  4. gaspare scrive:

    Smettiamola, per favore!
    Quì da noi un politico “ecologista” ha fatto una legge che allontana le costruzioni a chilometri dal mare; però la sua “villona” è non “al mare”, ma “sul mare”.
    Andate poi a vedere dove vivono questi signori che si riempiono la bocca di “bla-bla-bla”.

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