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L’ affitto nelle città universitarie Vs affitto nelle città d’arte

L’ affitto nelle città universitarie Vs affitto nelle città d’arte

febbraio 23, 2016 • Affitto, Preferiti

La ripresa economica ha avuto effetti anche nel settore dell’acquisto per investimento. Vediamo allora dove conviene investire per ricavare piú benefici dall’ affitto.

In un panorama economico italiano ancora offuscato con riprese altalenanti e con una nuova ondata di cautela dagli investitori esteri, l’investimento con la prospettiva dell’ affitto, resta la miglior opzione.

In questo contesto infatti le previsioni per il mercato immobiliare restano positive sul fronte delle compravendite, in deciso aumento anche in questo primo mese del 2016, ma negative sul fronte prezzi, che continueranno a scendere.

Resta quindi fondamentale investire pensando ad un ritorno proveniente dall’ affitto. Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, ci spiega il perché:

“Per investire oggi bisogna contare sui ritorni della locazione  perché sono da escludere per i prossimi mesi ritorni sulla cifra investita per effetto dell’aumento delle quotazioni. Anche perché l’inflazione sarà contenuta. Non ci ritroviamo, infatti, con le rilevazioni positive sui prezzi pubblicate dall’Istat. I valori scendono ancora”.

Dove bisogna investire allora per migliorare il rendimento in affitto del proprio immobile?

L’analisi di Scenari Immobiliari, per l’investimento da mettere a reddito con l’ affitto, mette a confronto le cittá universitarie rispetto a quelle d’arte.

Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, afferma che:

“Le città universitarie garantiscono un rendimento stabile e un canone sicuro che viene percepito per periodi lunghi, almeno 11 mesi. Oggi i canoni sono stabili e negli appartamenti più studenti pagano cifre elevate. Bisogna mettere in conto il rischio di trovare dei danni o comunque poca attenzione da parte degli inquilini. La domanda resta forte e si concentra a Milano, Roma e Torino. Se si punta a questo investimento è meglio preferire una grande città, dove c’è un doppio mercato, se non si vuole più affittare agli studenti resta l’opportunità dell’affitto tradizionale”.

Un’ altra porzione del mercato poco esplorata dai privati in Italia é delineata dalle residenze universitarie, che si calcola possa dare elevati ritorni economici per gli investimenti.

Resta peró il nodo da risolvere della gestione, esistono infatti in Italia ben poche societá specializzate che se ne occupano.

Mentre all’ estero si é evidenziato che questo tipo di affitto é molto diffuso e redditizio.

Per chi punta sulle cittá d’arte invece conta in generale di utilizzare la casa per alcuni periodi dell’anno.

Infatti il tipo di affitto richiesto e offerto in queste cittá resta quello stagionale che riguarda brevi periodi, dal week-end alla settimana al massimo.

Sempre Breglia continua analizando il mercato cosí:

“Città come Firenze, Venezia e Roma danno la possibilità di scegliere tra i due mercati, essendo sia città d’arte che centri universitari, altre cittadine come Pisa, Siena oppure Urbino hanno mercati più stagionali. Ritengo che le città d’arte più piccole siano penalizzate da un mercato poco vivace. Oggi i turisti scelgono di prendere magari in affitto per una settimana una casa a Firenze e poi si spostano in altre località come Siena in giornata”.

In conclusione quindi si consiglia di scegliere comunque i grossi centri, che permettono di diversificare l’investimento nelle diverse tipologie di affitto possibili in tali cittá.

Luca Dondi afferma che  il ritorno dell’investimento di un appartamento da mettere in affitto puó portare ad un ritorno del 2% se si tratta di una cittá d’arte e un 3-4% in caso di cittá universitaria.

Questa conclusione si deve al fatto che gli studenti arrivano a pagare mediamente affitti piú alti dato che li condividono tra di loro, oltre al fatto che in questo settore é ancora alta la fetta di affitto nero.

La lotta all’affitto in nero non si ferma, come abbiam visto nel post “Affitto in nero: tutte le novità del 2016”,  ma non si é ancora riusciti a debellarla completamente.

Ad ogni modo chi punta a godere di questo rendimento dell’ affitto nelle cittá universitarie, che puó arrivare fino al 6%, deve puntare su immobili piú grandi, con almeno 2 o 3 stanze, nelle vicinanze delle universitá.

Al contrario, chi comunque preferisce puntare sulle cittá d’arte conviene scegliere immobili centrali vicino ai mezzi di trasporto pubblico e ottimi risultano i monolocali.

Fonte immagini: Pinterest Mioaffitto

 

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Una risposta a L’ affitto nelle città universitarie Vs affitto nelle città d’arte

  1. vittorio scrive:

    Aproposito della locazione a studenti devo far presente che talvolta il mercato non è come ci si aspetta.
    Qui a Verona , l’università (secondo il sole 24 ore la migliore d’italia) ha molti studenti ,ma il mercato non è affatto ricco.
    Con la crisi moltissimi abitanti di Verona si sono messi ad affittare stanze e posti letto (in gran parte in nero) con il
    risultato che gli studenti hanno spesso pretese assurde del tipo:” l’appartamento mi serve solo per 4 mesi”(non si capisce
    chi paga il resto dell’anno) , oppure ” l’appartamento mi serve fra tre mesi e quindi il contratto deve partire da quella data,
    (non si capisce chi paga i tre mesi di vuoto).Addirittura una volta è uscito su un sito l’ annuncio di una studentessa che
    cercava un appartamento con quattro posti letto solo per tre giorni la settimana e voleva pagare solo i tre giorni(non si
    capisce gli altri giorni chi doveva occupare e pagare l’appartamento )…..
    Intanto il comune vuole le tasse per tutti i giorni dell’anno e anche l’amministratore del condominio vuole le spese tutto l’anno!

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