
Per chi si stesse chiedendo di chi stiamo parlando, ci riferiamo allo stesso autore di Casa Estudio Sabinos, nominata da Architectural WorldWide come uno dei cinque progetti di edilizia abitativa più importanti del 2012.
L’edificio, costruito principalmente utilizzando terra battuta, è stato pensato per rendere la vita il più semplice e comoda possibile in un ambiente semidesertico, sfruttando la tecnologia passiva. Studiata come un grande anello, l’abitazione riesce a raccogliere l’acqua piovana grazie al grande cortile centrale, a creare uno specchio d’acqua che raffredda naturalmente gli ambienti della casa.
Queretaro, la città che ospita Casa Estudio Sabinos, ha appunto costanti problemi di approvvigionamento idrico, causato oltreché dalle condizioni climatiche anche da carenze di tipo infrastrutturale. Non è dunque un caso la creazione di questo progetto proprio qui dunque, come non è un caso in tutti i lavori di Loyo, l’attenzione al territorio e alle persone che lo vivono.
Una delle cifre stilistiche del lavoro dell’architetto è appunto la ricerca di un continuo, osmotico dialogo tra l’architettura e l’ambiente in cui si colloca, rendendola tutt’uno con il circostante, e non solo a livello visivo: tra i suoi più importanti principi guida c’è appunto l’utilizzo di materiali originari del luogo a cui il progetto è destinato. Una scelta dal forte valore in senso di sostenibilità ambientale ma anche etica, visto che in più di un’occasione, Loyo ha coinvolto nella realizzazione dei suoi lavori con finalità sociali gli stessi abitanti del posto.
Come vediamo nella foto, in Casa Clemente il concetto di simbiosi tra ambiente e architettura viene sviluppato con lucidità e chiarezza, sfociando in una bellezza autentica, espressa dalla sala da pranzo che si apre alla leggerissima struttura della veranda, dalle scelte cromatiche che richiamano la terra stessa.
All’interno, il soffitto del grande open space che definisce l’area living è stato dipinto di nero, una scelta coraggiosa, finalizzata a mettere in risalto l’originale inclinazione del tetto.
A bilanciare questo deciso tratto stilistico però ci pensano le grandi vetrate e gli sgargianti colori dei tessuti e dei complementi d’arredo, evocazione diretta dell’anima del territorio.
Nelle camere da letto poi, il richiamo alla cultura messicana e ai suoi colori è innegabile: il pensiero più immediato va alle opere di Frida Kahlo e al suo potente linguaggio cromatico.
Per oggi, il nostro breve tour finisce qui. Ci separiamo da Casa Clemente con la vista esterna sul cortile, nell’atmosfera pacifica di una calda sera messicana, sorridendo all’idea che sì, un’altra architettura è possibile.
Articolo a cura di Federica Di Bartolomeo Fotografie: Homify.itTags: arredamento