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Colonie feline in condominio, quali regole vanno rispettate

Colonie feline in condominio, quali regole vanno rispettate

giugno 14, 2016 • Preferiti, Vivere in condominio

I gattari di condominio dovranno rispettare determinate regole se vorranno accudire i loro amati gatti negli spazi comuni del condominio.
 Il legislatore ha previsto delle normative dirette alla tutela degli animali ma anche alla regolazione della convivenza tra animali e uomini sopratutto in condominio.

Quando si tratta di animali domestici di proprietá la cosa pare abbastanza ovvia, ma per approfondire vi invitiamo a leggere il nostro post “Animali domestici in condominio”, e vediamo invece oggi cosa prevede la legge per gli animali randagi accuditi in condominio.

Con la legge 281/91 si é definito il termine “colonia felina”, ovvero un gruppo più o meno numeroso di gatti (ne bastano anche solo due) che vivono in un determinato e circoscritto territorio.

Si é inoltre stabilito che i gatti randagi si considerano come esseri viventi titolari di diritti quali la “vita” e la “cura”. Questi diritti incontrano peró il limite della salute pubblica.

Infatti l’art. 2 comma 9 della L. n. 281/ 1991, prevede che i gatti in libertà possono essere soppressi soltanto “se gravemente malati o incurabili”.

Ma vediamo le normative adottate per poter far accettare le colonie feline in condominio.

Animali domestici in condominio

Il tribunale di Milano ha affrontato il tema della convivenza dei Gatti randagi all’interno degli spazi comuni condominiali.

L’utilizzo delle parti comuni viene disciplinato dall’art. 1102, comma 1, c.c., in base al quale ciascun partecipante alla comunione può servirsi della cosa comune, sempre che non ne altera la destinazione e non ne impedisca il pari uso agli altri comunisti.

Inoltre é legittimo, ai sensi dell’art. 1102 c.c., che la cosa comune venga utilizzata da parte di un singolo condomino con modalità particolari e diverse rispetto alla sua normale destinazione purché ció avvenga nel rispetto delle concorrenti utilizzazioni, attuali o potenziali, degli altri condomini.

Si accetta inoltre l’uso più intenso della cosa, purché non sia alterato il rapporto di equilibrio tra tutti i comproprietari, dovendosi a tal fine avere riguardo all’uso potenziale in relazione ai diritti di ciascuno.

In conclusione, con sentenza num.  23693 del 30 settembre 2009, il Tribunale di Milano ritiene che l’occupazione da parte di due condomini di uno spazio comune per la cura dei gatti randagi con costruzione di piccoli rifugi temporanei, non configura come abuso nell’utilizzo degli spazi condominiali.

Nonostante questi precedenti legislativi favorevoli, non mancano casi di denunce di condomini che contestano e obiettano sulla presenza di gatti randagi che gironzolano negli spazi comuni.

Il caso é arrivato al TAR di Catania, e deriva da una denuncia effettuata da un condómino che sosteneva che la presenza di una colonia felina nella terrazza privata di un altro condómino stava causando inconvenienti igienico sanitari.

Il Sindaco di Avola, facendo seguito all’esposto, imponeva al proprietario del terrazzo e della colonia felina:

  • di eliminare, entro 10 giorni, tutti gli inconvenienti igienico sanitari generati dalla presenza della colonia felina nel terrazzo;
  • di provvedere alle vaccinazioni obbligatorie ed alla sterilizzazione dei gatti;
  • di provvedere, entro un mese, a ridurre la presenza dei gatti nel terrazzoin conformitá con quanto previsto dalla legge;
  • di comunicare al Comune di Avola i luoghi di sconfinamento dei gatti in esubero.

Il destinatario del provvedimento amministrativo decise di ricorrere al TAR in quanto sosteneva non esserne il propietario ma solo di accudirli occasionalmente per ragioni umanitarie e per tale ragione di non potersi far carico del costo económico per dar seguito a quanto imposto dal Comune.

Il Tar siciliano, con sentenza n. 3 del 12 gennaio 2016 respinge il ricorso, citando la Direttiva dell’Assessorato Regionale per la Sanità Ispettorato Veterinario del 13/2/2007, in base alla quale:

“chiunque detenga un animale o abbia accettato di occuparsene è responsabile della sua salute e del suo benessere, deve provvedere alla sua sistemazione, ed è severamente vietato abbandonarlo e/o maltrattarlo”.

Sulla base di tale principio il Tar confermava l’ordinanza emessa dal Comune di Avola.

In conclusione, chi decide di accudire animali anche in modo occasionale dovrá assumersene l’onere della custodia ritenendosi responsabile anche della salute degli animali, provvedendo anche alla vaccinazione obbligatoria per legge evitando disagi ai condomini per la presenza della colonia felina.

 

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2 Risposte a Colonie feline in condominio, quali regole vanno rispettate

  1. giovanni scrive:

    A casa nostra in affitto ci sono piu gatti che cristiani, io ci pulisco tutti i giorni ma sono esausto, non ho piu un posto dove sedermi, nel frigo c e solo roba x gatti, viviamo nella miseria, la sua pensione, mia moglie la spende tutta x sfamare abbondantemente i gatti, anche quelli numerosi che stanno fuori, ha esaurito pure inostri risparmi, io ho 70anni e non so piu cosa fare, e soffro di depressione perche e un incubo che dura da 17anni, sono sempre chiuso in camera mia x non vedere lo schifo,. Sono stato privato della mia liberta , vivo come un pezzente,la legge sulla tutela dei gatti protegge anche questi abusi? E come per i clandestini che hanno piu agevolazioni di tanti Italiani che vivono x strada? Perche non vedo mai nessuno dell ufficio diritti x animali, con stipendi favolosi mescolarsi con le gattare dopo le poche ore passate sulle loro comode poltrone, magari portando pure loro da mangiare ai gatti? Non sono mica fessi costa! Tanto poi ci stanno madri e mogli un po pazze da sfruttare , c e la legge ma non ci sono i soldi, tuteliamo i gatti ma dateci da mangiare voi !! Invece visto che i gatti randaggi fanno parte del territorio comunale dovrebbe essere appunto il comune a provvedere magari andando nei supermercati e prelevare merci in scadenza o scatolette diffettose ecc, o carne che buttano ecc…cosi come facciamo alla caritas per i cristiani,.Mi direte voi…ma cosi dobbiamo muoverci il culo, , chi ce lo fa fa’. Scherzo ,ovviamente , sono solo discorsi che si sentono in giro, ma non e vero niente.Dimenticavo: qualcuno puo dirmi se la legge a tutella x gli animali obbliga una gattara a portare gatti a casa senza il permesso di chi ci abita o la sola alternativa e quella di scappare da casa mia? Attendo con ansia una risposta, nel frattempo preghero’Graziei. Ps:premetto che io non ho niente contro gli animali, ne ho sempre avuti fin da piccolo, ma in maniera responsabile, non patologica! Un saluto a tutti .Giovanni, la spezia.

  2. emanuela scrive:

    Se ti crea disagio l’amore di tua moglie per i gatti allora lasciala sola e trovati un altro posto , lei sarà felice di accudire chi sa dare amore , gli animali

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