
Una fonte di reddito, ma anche di costi. Affittare casa permette di avere un’entrata in più nel bilancio familiare, ma bisogna anche considerare l’ammontare delle tasse da pagare. E le prime riguardano proprio il contratto stipulato tra il proprietario e l’inquilino. Ma chi deve adempiere a questo dovere? In alcuni casi chi possiede l’immobile, in altri chi ha deciso di andarci ad abitare.
Imposta di registro
Già al momento della registrazione del contratto presso l’Agenzia delle Entrate è necessario mettere in conto alcune spese. In primo luogo l’imposta di registro, che deve essere pagata sia dal proprietario sia dall’inquilino. L’aliquota può variare dallo 0,50% al 2% del canone annuo, moltiplicato per il numero delle annualità.
Deve poi essere pagata l’imposta di bollo: 16 euro ogni 4 facciate scritte e comunque ogni 100 righe. Quest’operazione deve essere ripetuta per tutte le copie del contratto.
Se però, come spesso accade, si tratta di un accordo in regime di “cedolare secca”, allora non vi saranno tasse da versare in questo contesto. È prevista invece un’imposta sostitutiva dell’IRPEF, che si calcola ricavando il 21% sul canone di locazione annuo. Di contro, però, non sarà possibile chiedere l’aggiornamento del canone di locazione, ovvero un aumento del costo dell’affitto, per tutta la durata di questa opzione.
Irpef sul canone di locazione
Chi è proprietario di un’abitazione in affitto dovrà dichiararlo al momento della compilazione della denuncia dei redditi: i canoni di locazione rappresentano infatti reddito tassabile a tutti gli effetti. Nei contratti a canone libero, la base imponibile si riduce al 5% dei canoni percepiti. Nei contratti a canone concordato, in caso di immobili situati in centri ad alta densità abitativa, il canone percepito sarà ridotto del 30%; se invece l’immobile è di interesse storico o artistico o si trova nel Comune di Venezia, il reddito che deriva dall’affitto sarà ridotto del 35%.
Imu e Tari
L’Imposta municipale unica e la tassa sui rifiuti devono essere pagate per qualsiasi abitazione: ma cosa succede se c’è di mezzo un contratto d’affitto? La risposta è la divisione delle spese: l’Imu rimane sempre a carico del proprietario e il Comune non può pretendere che sia l’inquilino a provvedere; la Tari invece, a meno che il contratto preveda un tempo inferiore ai 6 mesi, deve essere pagata dall’inquilino. займы на киви только по паспорту
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